Ascoltando Mary* mi sembra che abbia vissuto non una sola vita, ma diverse. La storia di Mary è intensa, coinvolgente e si sente una determinazione forte che la contraddistingue.
Ha cambiato nazione e casa più volte, cresciuto due bambini praticamente da sola, ha due matrimoni alle spalle, svolto diversi mestieri e formazioni. Una vita piena di sacrifici e peripezie, che Mary ha saputo affrontare con un grande coraggio.
“I progetti e i miei sogni mi hanno sempre aiutato e anche salvata” inizia Mary raccontando la sua storia.
Nasce in Repubblica Dominicana, un paese che ha sempre nel cuore e che vorrebbe aiutare maggiormente soprattutto per quanto riguarda le donne e il ruolo che hanno tuttora.
È un’informatica di formazione. Molto giovane, conosce il papà dei suoi bimbi, inizia una bella storia d’amore ma dopo pochi anni la serenità e la stabilità vengono meno. Per Mary è chiaro: così non può continuare, né per lei né per i figli. Si separa ed inizia la sua storia di monoparentalità.
Sua sorella, un personaggio fondamentale e importantissimo nella sua vita, le fa conoscere il suo secondo marito, residente in Ticino. “Il mio secondo marito è stato un angelo per me, è una grandissima persona, sognavo un posto sicuro, dove i miei bambini fossero protetti, e lui ce l’ha dato.”
“Sono molto grata alla Svizzera e al Ticino, sono stata accolta nel migliore dei modi. Arrivata qui però, come capita a tante persone, soprattutto donne, ho dovuto improvvisare un impiego, un’occupazione, un lavoro”.
Mary è di nuovo sposata, ma sente un forte bisogno di indipendenza. Inizia così a svolgere delle pulizie, molto orgogliosa di poterlo fare e di raggiungere piano piano e a piccole percentuali una sua autonomia anche finanziaria, a lei tanto cara.
I rapporti con il papà dei bimbi in Repubblica Dominicana, vista anche la grande distanza, sono rari e complicati. Lo vedono poco e vengono informati del suo matrimonio e dei nuovi figli in arrivo dalle notizie sui social.
Mary in Ticino si ritrova a fare da mamma… e anche da papà. Il suo nuovo marito è collaborativo e accoglie tutti a cuore aperto, ma lavora molto e fa fatica a trovare un suo ruolo con i figli di Mary. E alla fine anche questa relazione smette di funzionare e Mary decide nuovamente di separarsi.
Mentre la ascolto vedo un volto solare e positivo, trasmette grinta e determinazione. E a questo punto sento che la sua storia prende un’altra piega. Mi parla del secondo divorzio, dell’energia messa in atto per ricrearsi un’indipendenza professionale in un paese straniero e della loro vita a tre.
Da donne delle pulizie diventa poi badante, estetista e ora massaggiatrice olistica certificata dalla cassa malati ed apre un suo salone. Un traguardo davvero significativo per lei e per i suoi figli.
“Devo sempre avere in mente qualcosa, non sta mai ferma la mia mente. È un motore che mi aiuta e che mi salva dai brutti pensieri. Pensare al futuro, a ciò che posso ancora raggiungere e dare ai miei figli, mi fa stare meglio. Non penso a ciò che poteva essere, a ciò che è stato, ma a cosa può ancora succedere.”
Per Mary ci sono stati anche molti interventi chirurgici, per problemi di salute. Momenti in cui ha dovuto rallentare, occuparsi di se stessa e guarire. L’ha fatto ma sempre con l’attenzione rivolta ai suoi figli. “Non potevo ammalarmi, non potevo non lavorare.”
Le chiedo come ha fatto, spesso da sola e lavorando molto. Mi dice che non è mai stata molto brava ad accettare o chiedere aiuti, solo sua sorella l’ha aiutata con i bimbi facendole da spalla qui in Ticino. Dice di essere una donna orgogliosa, che vuol farcela da sola, ma ammette che questo suo orgoglio le ha preso molte energie.
“Siamo una bella squadra, sono molto orgogliosa dei miei figli, hanno dovuto crescere in fretta per alcuni aspetti ed essere autonomi velocemente”.
Mi racconta, con schiettezza, che diverse volte si è trovata costretta a lasciare i figli da soli a casa, dopo la scuola, in attesa del suo ritorno. Non è mai successo nulla di brutto e Mary sapeva di poter far fiducia ai suoi figli. In Repubblica Domenicana i bambini diventano grandi prima, non sono iperprotetti come spesso accade in Svizzera, mi spiega. Ma Mary sentiva che questo era un tema tabù in Ticino e non ne parlava spesso, temendo di essere giudicata male.
Una vita alla ricerca dell’indipendenza e dell’emancipazione, quella di Mary. Una vita fatta di progetti, di formazioni, di corsi serali, di duro lavoro, di poco sonno, di malattie, di paure, ma anche di grande gratitudine, di sorrisi e di gioia perché “se ti chiudi, ti perdi” e aggiunge “devi trovare un piano, un sogno, un progetto che ti diano la forza, linfa nuova e che ti facciano continuare anche quando la strada è in salita”.
*nome di fantasia
Storia raccolta e scritta da Marlène Bucher
In Svizzera oggi più della metà dei divorzi coinvolgono coppie binazionali o straniere. Diventare genitore monoparentale quando non si è nati e cresciuti in Svizzera può rappresentare una sfida particolarmente complessa: spesso non si ha la propria famiglia d’origine vicino per dare una mano, a volte la formazione conseguita non è riconosciuta in Svizzera e bisogna ‘reinventarsi’ anche da un punto di vista professionale, non tutte le prestazioni sociali esistenti possono essere richieste da chi è giunto solo da pochi anni in Ticino e il tipo di permesso di soggiorno incide su molteplici aspetti della separazione.
Come ATFMR intendiamo impegnarci affinché anche in Svizzera italiana sia disponibile materiale informativo e consulenze specializzate rivolte nelle specifico alle famiglie monoparentali straniere e alle coppie binazionali che si separano.