Nella pratica la custodia alternata
L’importanza della quantità di tempo trascorsa insieme ai figli per definire il modello di custodia applicato
Quando si può parlare di custodia alternata? Secondo la Camera di protezione del Tribunale d’appello, per parlare di custodia alternata, il padre e la madre devono prendere a carico il figlio per dei periodi pressoché uguali, almeno di 1/3 o dell 40%. Secondo la Prima Camera Civile del Tribunale d’appello, già con circa il 30% si è raggiunta un asoglia che consente di stabilire una custodia alternata.
Quota di accudimento e calendario
Nella convenzione o nella sentenza è importante indicare sia la quota di accudimento che le modalità con cui i genitori si organizzano per regolamentare il tempo con i figli. Ciò è importante per evitare contrasti futuri. Ci sono diverse soluzioni per definire il calendario tra i due genitori, tra i più diffusi e già omologati o dal pretore o dall’autorità vi sono:
FORMULA SALOMONICA. Alternativamente una settimana intera con ciascun genitore, dal lunedì alla domenica sera, in modo da comprendere anche il fine settimana che rimane alternato tra i genitori. I vantaggi sono che i figli non devono spostarsi troppo spesso da un domicilio all’altro e risulta facile pianificare, anche nel lungo periodo, l’assetto generale. Lo svantaggio si riscontra soprattutto in presenza di figli in età prescolastica o che frequentano la scuola dell’infanzia, perché tenere il figlio per un periodo di così tanti giorni lontano da uno dei due genitori può creare malesseri o disagi.
FORMULA INTERMEDIA. Utile soprattutto quando i figli sono in età prescolastica o frequentano la scuola dell’infanzia, i genitori passano con i figli metà settimana ciascuno e si alternano il weekend. Fattibile prevalentemente quando i domicili sono vicini, questa soluzione permette ai figli di vedere con maggior frequenza entrambi i genitori. È possibile pianificare nel lungo periodo, essendovi uno schema fisso e ripetitivo. Lo svantaggio è che i figli si devono spostare molto frequentemente tra un domicilio e l’altro, possono sorgere problemi quando dimenticano qualcosa da un genitore e devono andare a prenderlo (per esempio i compiti), situazioni che possono accadere e causare qualche difficoltà.
GENITORI CHE LAVORANO A TURNI. Quando uno o entrambi i genitori lavorano facendo i turni (per esempio in ospedale o in fabbrica) non è possibile avere un calendario fisso e noto per l’intero anno, perché il datore di lavoro fissa i turni dando un preavviso mensile, trimestrale o semestrale ai dipendenti. In questi casi si fissa la quota di accudimento e si lascia ai genitori definire il calendario di mese in mese. I vantaggi sono che i figli possono mantenere salde relazioni con entrambi i genitori, trascorrendo del tempo con il padre o la madre e meno con terzi. I genitori si aiutano a vicenda evitando i costi di baby-sitter/mamme diurne. Gli svantaggi sono che i figli devono spostarsi frequentemente tra un domicilio e l’altro. I genitori devono poter ottenere il piano dei propri turni in tempo utile, dato che allestire un calendario di mese in mese non è sempre facile e può dare adito a contrasti.
SUDDIVISIONE PER FASI DELLA GIORNATA. Ultimamente sta diventando comune regolamentare non solo i giorni del mese o della settimana, ma andare più nel dettaglio indicando le fasi della giornata in cui i figli stanno con un genitore piuttosto che con l’altro. Solitamente è una soluzione usata nelle convenzioni, difficilmente il giudice impone un assetto così preciso. Questo tipo di custodia viene approvata se incontra l’interesse dei genitori e soprattutto del figlio (un esempio è il figlio che mangia a casa di un genitore perché l’altro è assente per lavoro). Naturalmente si tratta di una soluzione che richiede la vicinanza tra i due domicili e buone capacità di collaborazione tra i genitori.
MODELLO DEL NIDO FAMILIARE. Di solito implica che i figli vivano stabilmente in una casa, mentre i genitori si alternano a vivere con loro in periodi prestabiliti. Ad esempio, un genitore potrebbe vivere con i figli durante una settimana, mentre l’altro genitore vive altrove, e poi i ruoli si invertono nella settimana successiva. In questo modo, i bambini possono rimanere nella loro casa e nella loro comunità, evitando le interruzioni radicali associate a una separazione completa. Può essere complicato da gestire e richiede una cooperazione molto stretta tra i genitori, i bambini – non sradicati dalla loro casa e dalla comunità – tendono ad affrontare il cambiamento in modo meno traumatico.
Il contributo finanziario
⇒ Custodia alternata non vuol dire che non vi sono o non serve stabilire «contributi alimentari» da un genitore all’altro
⇒ Anche i genitori che esercitano l’autorità parentale congiunta e praticano la custodia alternata in medesima misura devono contribuire economicamente al mantenimento dei figli, in base alla propria capacità finanziaria
⇒ Se i genitori condividono la custodia in percentuali asimmetriche e l’accudimento dei figli non è paritario, non si deve tenere conto solo della capacità contributiva di ciascun genitore, ma anche della quota relativa all’accudimento