Custodia e relazioni personali

Avere la custodia del figlio significa vivere in comunione domestica con lui e occuparsi di lui nella vita quotidiana.

La custodia più essere esclusiva o alternata.

Nella maggior parte dei casi, un genitore solo ha la custodia del figlio, si parla dunque di custodia esclusiva. Ciò significa che il bambino vive per la maggior parte del tempo con un genitore, che se ne prende cura. Vede invece l’altro genitore nell’ambito delle relazioni personali ossia dei tempi stabiliti in base ai diritti di visita. Non esiste, tuttavia, una regolamentazione precisa ed univoca riguardo alle modalità e all’estensione dei diritti di visita.

Anche il genitore che non detiene l’autorità parentale può richiedere di esercitare il suo diritto di visita. Spetta all’autorità competente (ARP o tribunale in caso di separazione o di divorzio) valutare se l’esercizio delle relazioni personali abbia o meno un impatto negativo sul benessere del bambino e, qualora fosse il caso, possono limitare o regolamentare in modo più vincolante l’esercizio del diritto di visita.

Convenzione di Istanbul Art. 31 Custodia dei figli, diritti di visita e sicurezza

  1. Le Parti adottano misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che, al momento di determinare i diritti di custodia e di visita dei figli, siano presi in considerazione gli episodi di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione.
  2. Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che l’esercizio dei diritti di visita o di custodia dei figli non comprometta i diritti e la sicurezza della vittima o dei bambini.”

     

La custodia alternata, qualche volte chiamata anche affido condiviso o congiunto, è invece un modello di cura del figlio in cui i genitori vivono separati, ma hanno entrambi la custodia del figlio e se ne prendono cura secondo un calendario prestabilito.

La suddivisione del tempo che il figlio trascorre con ciascuno dei due genitori può essere perfettamente equa (50% e 50%), ma la custodia alternata comprende anche altre soluzioni più flessibili. I periodi che il figlio trascorre da uno o dall’altro genitore possono essere fissati in giorni, in settimane o persino, in casi più rari, in mesi. Le soluzioni concrete possono inoltre variare ed essere modificate con il passare del tempo, man mano che i figli crescono e per meglio adattarsi agli eventuali cambiamenti professionali o alle possibili trasformazioni nelle conformazioni familiari.

A differenza di quanto accade in altri paesi, in Svizzera il legislatore non ha stabilito alcun modello prioritario di custodia, specificando che nei singoli casi è importante valutare quale soluzione di custodia possa rispondere al meglio all’interesse e al benessere del figlio. La custodia alternata dunque può essere adottata se si tratta della soluzione migliore per garantire il benessere del figlio. Essa implica un’elevata capacità di collaborazione tra i genitori e presuppone anche che entrambi siano sostanzialmente autonomi da un punto di vista finanziario e in grado di conciliare impegni lavorativi e familiari.

La custodia alternata può essere richiesta di comune accordo da parte dei genitori separati, nel caso invece in cui un genitore si opponesse a questa soluzione, sarà l’autorità competente (il giudice o l’ARP) a valutare se, per il bene del figlio, sia opportuno disporre la custodia alternata.

La custodia e le relazioni personali devono anch’esse essere regolamentate all’interno di una convenzione di separazione o di divorzio riconosciuta dall’autorità competente. (Cf. modelli FSFM).

Custodia alternata, pro e contro

Crediamo che il bene del bambino debba restare la linea guida alla base di ogni decisione e che non esista un modello di custodia in assoluto migliore di un altro, ma che ogni famiglia debba poter scegliere ed adottare la soluzione in grado di rispondere al meglio alle esigenze specifiche dei figli e della singola situazione familiare.