Custodia alternata come norma? Anche il Consiglio Federale si oppone a questa proposta

26 Aprile 24

Il Consiglio Federale ha approvato il 24 aprile 2024 un rapporto in risposta a una serie di postulati e interventi parlamentari volti a favorire la custodia alternata in caso di separazione e divorzio (tra cui la recente mozione Romano che chiedeva di fare di tale modalità di custodia la norma).
Il rapporto, che si fonda su due studi dedicato uno all’analisi della pratica dei tribunali in quel che concerne le decisioni sulle soluzioni di custodia e l’altro sulle modalità concrete di ripartizione tra genitori separati della presa a carico dei figli, mette chiaramente in evidenza come la normativa vigente in merito alla custodia è già sufficiente e che per favorire soluzioni maggiormente paritarie nella ripartizione della presa a carico dei figli dopo la separazione non è necessario intervenire con modifiche a livello di diritto di famiglia quanto piuttosto con misure di politica familiare volte a promuovere una maggiore parità nelle coppie già fin prima di un’eventuale separazione.  


L’ATFMR accoglie con favore la posizione del Consiglio Federale

L’ATFMR (Associazione Ticinese Famiglie Monoparentali e Ricostituite) esprime la propria soddisfazione e si felicita che il Consiglio Federale abbia adottato una linea sostanzialmente simile a quella da noi difesa da tempo. La normativa vigente dal 2017 già prevede il dovere per l’autorità competente in caso di separazione o divorzio di esaminare, su richiesta di un solo genitore, la possibilità di adottare la custodia alternata. Il numero di famiglie che scelgono di organizzarsi in questo modo dopo la separazione è in lento ma costante aumento. La predominanza di soluzioni di custodia esclusiva con diritti di visita per l’altro genitore non è da ricondurre ad ostacoli di natura legale o alle decisioni dei tribunali, ma è semplicemente il riflesso di quelle che sono le modalità di ripartizione dei compiti educativi e di cura dominanti all’interno delle famiglie: anche prima di un’eventuale separazione è ancora oggi quasi sempre la madre che riduce (o interrompe) la propria attività professionale per prendersi cura dei figli.
 
La conflittualità concerne solo raramente la custodia dei figli

Come osserviamo con chiarezza anche noi nel nostro lavoro quotidiano in contatto con le famiglie che si separano, solo in rari casi vi sono dei conflitti tra madri e padri in merito alla scelta della soluzione di custodia (le possibili divergenze toccano invece più di frequente gli aspetti economici da regolamentare al momento della separazione/divorzio). Lo studio fatto realizzare dal Consiglio Federale sulle pratiche dei tribunali dimostra per l’appunto che il 90% dei genitori riescono ad accordarsi sulla soluzione di custodia. Quando la custodia alternata è richiesta da entrambi i genitori, è sempre accettata dal tribunale.
Le richieste di custodia alternata provenienti da un unico genitore (sempre il padre) sono molto rare, ma l’analisi dei casi riportati non permette di dimostrare una maggiore comprensione dei tribunali nei confronti delle madri o dei padri: in queste situazioni ad essere determinanti per la decisione sono generalmente le condizioni oggettive di realizzazione di un’eventuale custodia alternata (distanza tra le abitazioni, età dei bambini, conciliabilità famiglia/lavoro, ecc). 
 
Mettere al centro i bisogni reali dei bambini e delle famiglie

Il dibattito attorno alla custodia alternata è diventato particolarmente acceso in questi ultimi anni. Argomentazioni spesso di natura ideologica hanno a lungo invisibilizzato i vissuti concreti delle famiglie e i loro bisogni reali. Quello che ben emerge dagli studi alla base della presa di posizione del Consiglio Federale è la grande varietà delle configurazioni familiari post-separazione e la capacità della maggioranza dei genitori separati a trovare insieme delle buone soluzioni o dei buoni compromessi per quel che riguarda le questioni relative ai figli. La custodia esclusiva con diritti di visita non è sinonimo di esclusione di un genitore dalla vita e dalla crescita dei figli: lo studio ben dimostra come il numero dei casi in cui vi sono solo rari contatti tra i figli e il genitore non affidatario sono diminuiti fortemente (e sono generalmente da ricondurre alla mancata volontà del genitore non affidatario di esercitare il suo diritto di visita). Negli ultimi anni, inoltre, i diritti di visita si sono tendenzialmente ampliati: numerose sono le famiglie in cui il genitore non affidatario vede i figli non solo 1 weekend su 2, ma anche in un giorno infrasettimanale e in cui sono suddivisi equamente i periodi di vacanza.
 
La bi-genitorialità va sostenuta già prima di un’eventuale separazione

Imporre la custodia alternata a tutte le famiglie che si separano non solo non è una buona soluzione, ma rappresenta un’importante minaccia per il bene dei bambini. Tale soluzione di custodia, come scritto nel Rapporto, è da escludere in caso di abusi sessuali e violenza domestica e può comportare gravi rischi per il bene dei bambini anche in casi di gravi conflitti tra i genitori. È dunque indispensabile che l’autorità competente possa continuare a decidere caso per caso, ascoltando e prendendo in considerazione anche l’opinione dei figli.
La bi-genitorialità non può essere efficacemente imposta con modifiche legislative, ma va sostenuta a livello sociale, con il rafforzamento di politiche familiari che permettano a madri e padri una migliore conciliabilità e con la promozione di una reale parità uomo/donna sia all’interno delle famiglie sia nel mondo professionale.