Identità di genere ed Agenda scolastica: chiediamo ascolto e dialogo rispettoso.

31 Agosto 23

Presa di posizione congiunta di Pro Familia Svizzera Italiana, della Conferenza Cantonale dei Genitori (CCG), di Pro Juventute Svizzera Italiana e dell’Associazione Ticinese Famiglie Monoparentali e Ricostituite (ATFMR) in merito alla polemica sull’agenda scolastica.

La  polemica  sulla distribuzione  dell’Agenda  scolastica ha  raggiunto  toni  e metafore offensive nei confronti di  persone, giovani e famiglie che vivono situazioni di sofferenza, che meritano ascolto e rispetto.

Invece di aprire la discussione sulla capacità della nostra scuola e dei nostri figli nell’affrontare un dibattito sul giusto momento e le giuste parole per discutere di temi sensibili, si sta procedendo in ordine sparso a colpi di divieti e censure creando una situazione disomogenea tra i circa 3’000 allievi di 5a elementare, in cui Comuni e genitori decidono individualmente l’uso di un ausilio scolastico. Questo modo di procedere crea un divario infelice riguardo temi di società, già attuali e sotto gli occhi delle giovani generazioni.

Le scriventi associazioni stanno seguendo con preoccupazione il dibattito che si è sollevato sulle interpretazioni e le intenzioni attribuite a 2 delle 170 pagine dell’agenda scolastica 2023-24. Vogliamo anzitutto ribadire l’importanza di usare toni pacati e termini rispettosi nel parlare di giovani che vivono qualunque tipo di disagio o fragilità. 

Stigmatizziamo in modo deciso l’uso di parole o immagini offensive, tentativi di umiliare o ridicolizzare gruppi di persone. Crediamo che il dibattito sia utile, se si svolge su un terreno di dialogo e comprensione reciproca. Viceversa si rischia di dividere e relegare gruppi di persone e famiglie a mere minoranze statistiche, generando e acuendo sofferenza e discriminazione.

Ricordiamo  che  la discussione  verte  su  un’agenda che  serve  agli  allievi  per calendarizzare  compiti  e  vacanze, e  al  tempo  stesso  può  essere utilizzata per accennare a temi che toccano il percorso di crescita e la formazione di competenze relazionali tra gli allievi, che durante la scuola dell’obbligo danno forma alla propria identità di cittadini. Con alcune immagini e brevi dialoghi interiori, nell’Agenda si descrivono esempi di giovani che incontrano ostacoli da superare, ed esempi di giovani che offrono sguardi di sostegno benevolo ai compagni in difficoltà.

Gli ostacoli scelti sono la timidezza, l’insicurezza, le difficoltà scolastiche, la difficoltà di gestire la rabbia, la voglia di somigliare a qualcun altro, il sentirsi discriminati, il disagio verso la forma del proprio corpo ed infine il disagio nel riconoscersi nella propria identità sessuale biologica.

Riguardo  i temi  trattati,  ci  preme  indicare che  avremmo  visto  positivamente  la tematizzazione  dello  sguardo  di  comprensione  e  sostegno  verso allievi  con neuroatipicità e con handicap fisici, temi importanti che meritano uno spazio in una delle prossime edizioni dell’Agenda.

Entrando nel merito, siamo convinti che non sia mai troppo presto per favorire in positivo le competenze relazionali e la ricerca del prossimo, e che non sia ragionevole sostenere che con questa agenda si promuovano tra i ragazzi dei disagi o dei dubbi, tantomeno con riguardo al tema specifico dell’identità di genere, che come gli altri temi viene solamente accennato con parole semplici. In questo caso la banalizzazione è obbligata dal tipo di documento in cui i temi vengono accennati, appunto un’agenda, ma ci pare molto efficace per veicolare il primato della relazione, dell’accettazione e del sostegno del prossimo, a scuola e nella vita.

Riguardo al tema dell’identità di genere, come per quello dell’orientamento sessuale, abbiamo raccolto testimonianze da genitori preoccupati all’idea che si affrontino temi simili in 5a elementare, ma anche la preoccupazione di genitori con figli interessati direttamente dai temi citati, che vedono una occasione di prevenzione del clima scolastico e del rispetto delle diversità anche dalla conclusione delle elementari. A nostro avviso queste preoccupazioni vanno ascoltate e incluse entrambe nel dialogo tra famiglie e istituzioni scolastiche.

Proporre questo tema nella scuola dell’obbligo, istituzione pubblica preposta alla formazione di cittadini, consente di non affidare le generazioni scolastiche unicamente alle tendenze e alle agenzie private della rete, e questo sin dalla quinta elementare quando l’uso del telefonino e dei media è già molto diffuso, con le esposizioni del caso. 

Ci pare poi che la Scuola, con l’accenno al dialogo sull’identità di genere, rifletta quanto presente in società con l’obiettivo specifico di conservare un clima di inclusione (previsto dalla legge) anche su questa differenza tra gli individui.

È  altrettanto  importante  riconoscere che  ci  sono  alcuni  elementi  di  ragionevole condivisione,  come  il  rispetto  di  ogni  persona  nella  sua  peculiare  e  differente condizione, che per via delle proprie condizioni personali (disabilità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), non deve essere in alcun modo essere oggetto di bullismo, violenze, insulti, discriminazioni e metafore svilenti sui media. Per queste ragioni sosteniamo i contenuti dell’Agenda scolastica e sollecitiamo le scuole ad approfondire al di là dell’Agenda, gli indispensabili aspetti antropologici per comprenderne significati e relazioni, accompagnando il cammino dei nostri figli più disorientati. Un’occasione da cogliere anziché censurare.

Ricordiamo che l’uso di un’agenda in 5a elementare è utile per preparare gli allievi alla pianificazione di scadenze e lavori scolastici, in vista del passaggio alla complessità della scuola media. Speriamo quindi che nei Comuni in cui non viene consegnata l’agenda della Svizzera italiana quest’anno, venga comunque fornito dalle autorità scolastiche un ausilio sostitutivo.

Invitiamo  infine tutti  a  visionare  l’Agenda  disponibile  integralmente  sul  sito https://scuolalab.edu.ti.ch/, di modo che ciascuno possa farsi una idea critica propria dei contenuti, e valutare se e quali argomenti discutere in famiglia, a prescindere da questa o altre prese di posizione pubbliche.