Genitori violenti: l’importanza di un’informazione corretta

22 Dicembre 22

Lucia*, 10 anni, passerà il Natale con suo padre, come stabilito nella convenzione. Un padre che di recente, durante un diritto di visita, l’ha picchiata. “Sono in corso accertamenti”, racconta la madre, e nel frattempo i diritti di visita non sono stati sospesi. Non si tratta, purtroppo, del primo episodio di questo tipo. La madre si era separata anni fa proprio a causa delle continue violenze da parte del suo compagno, anche davanti alla figlia. “Lui è manesco e non si controlla. Se si reagisce è anche peggio”, afferma la madre che in passato aveva ottenuto le visite sorvegliate per il padre. “Il padre ha spesso comportamenti inadeguati con la bimba, la insulta e la denigra. Ma quando ho provato a intervenire o a fare delle segnalazioni poi è stato anche peggio. Alla fine è sempre Lucia che ci va di mezzo.”

Monica* di botte dal padre dei suoi figli ne ha prese talmente tante che ha fatto realizzare un book con le foto dei lividi e dei morsi. Il book lo ha fatto per mostrarlo in polizia, dagli psicologi, dal pretore, che volevano obbligare i figli a vedere il padre. Una strategia un po’ cruda, ma “è l’unico modo che ho trovato per proteggere i miei figli” afferma.

I genitori violenti sono principalmente le madri?

Di recente, in un approfondimento del Quotidiano (16 dicembre) intitolato “Quando i genitori sono violenti si affronta l’importante tema delle violenze dei genitori sui figli, al centro dell’attualità in questi giorni in cui a livello federale si è appena approvata una mozione per iscrivere nel Codice Civile il diritto all’educazione non violenta. Un segnale importante e caldeggiato anche dall’ATFMR.[1]

Sconcerta, però, il particolare angolo sotto cui è presentato dalla giornalista il tema, focalizzandosi unicamente e a più riprese per tutta la durata del servizio sulle “madri violente. Ed anche nella testimonianza mandata in onda parla una ragazza vittima di violenze da parte della madre.

Ora, nessuno nega che anche le madri, purtroppo, possono esercitare violenze sui propri figli. I dati più recenti provenienti dalle statistiche nazionali sulla protezione dell’infanzia[2] ci dicono infatti che nel 24% dei casi di violenza domestica sui figli l’autore è una donna. Ma dicono anche che il principale autore resta un uomo (37,1% dei casi, mentre nel 31.3% sono entrambi i genitori). Se si analizzano, inoltre, le diverse forme di violenza che subiscono i minori nel contesto familiare, emerge con chiarezza come:

  • gli uomini esercitano in misura nettamente maggiore abusi sessuali (83,% contro al 2,9%),
  • violenza fisica (45,9% contro al 21,5%), 
  • e psichica (31,4% contro al 19,4%), 
  • mentre alle donne è più spesso imputata la negligenza (41,6% contro al 7,6%).[3]

Ed anche dai dati dell’Ufficio Federale di Statistica sulla violenza domestica registrata dalla polizia nel 2021 emerge come i padri siano 2 volte più spesso delle madri autori di violenze nei confronti dei figli.[4]

Un’informazione corretta dovrebbe mettere in luce tale realtà, invece di distorcere i fatti puntando il dito unicamente sulle madri.

La violenza in generale, e la violenza domestica in modo particolare, hanno un’evidente e chiara connotazione di genere. E questo va sottolineato, non per fomentare una guerra tra i generi, ma semplicemente perché tale chiave d’analisi è indispensabile per prevenire e contrastare con efficacia questi fenomeni.

Come proteggere efficacemente i minori vittime di violenze

In Svizzera è necessario fare molto di più per proteggere efficacemente i minori vittime di violenze domestiche. L’inserimento nel Codice Civile del diritto all’educazione non violenta è senz’altro un segnale importante, ma sono urgenti passi avanti anche in altri ambiti. Particolare preoccupazione destano le lacune nelle protezione dei bambini all’interno delle procedure di separazione o divorzio, come denunciato anche dal recente rapporto del Grevio sull’applicazione in Svizzera della Convenzione di Istanbul.[5]

Anche al nostro sportello, purtroppo, non sono rare le richieste di aiuto provenienti da madri vittime di violenza da parte dell’ex-compagno o marito e che faticano ad ottenere per sé e per i propri figli, spesso anch’essi vittime dirette, la dovuta protezione.

Nel 75% delle consultazioni ai servizi di aiuto alle vittime per episodi di violenza, i figli erano presenti al momento dell’aggressione commessa dal padre sulla loro madre. Gli effetti della violenza ‘assistita’ sui bambini sono, come dimostrano svariate ricerche, di fatto simili a quelli della violenza direttamente subìta e i bambini dovrebbero essere anch’essi riconosciuti e tutelati come vittime. Inoltre, secondo numerosi studi tra il 40% e il 60% dei mariti/compagni violenti sono anche padri violenti.[6] Tutto questo è purtroppo a volte ignorato dai professionisti e dalle autorità che antepongono ancora in troppi casi i diritti del genitore violento a quelli dei figli.

Appello ai media

L’ATFMR è a contatto quotidianamente con storie di separazione connotate dalla presenza di violenza domestica, su adulti, generalmente donne, e su minori.

Chiediamo ai media di svolgere il loro importante ruolo di informazione e prevenzione basando i propri servizi e approfondimenti su fatti e cifre reali. In questo modo anche l’informazione pubblica aiuterà le vittime di violenza a sentirsi più sicure ed accettate, a non temere di chiedere aiuto.

Monica, Lucia e tante altre madri e molti altri figli possono solo beneficiare di una corretta lettura del presente e di un reale supporto da parte della società. Solo con l’impegno di tutti – società, istituzioni, servizi e media – potremo garantire alle vittime un luminoso futuro senza violenza.


[1] L’ATFMR ha co-firmato l’Appello per un’educazione senza violenza, promosso l’8 dicembre da Pro Familia Svizzera italiana.

[2] Società Svizzera di pediatria. Gruppo specializzato nella protezione dell’infanzia, Statistiche nazionali sulla protezione dell’infanzia 2021, Baden, 31 maggio 2022.

[3] Ci chiediamo, tuttavia, se tale prevalenza non sia in parte dovuta al fatto che forme molto diffuse di negligenza da parte dei padri, come il fatto di non pagare gli alimenti o di sparire completamente, non vengano contabilizzate.

[4] https://www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/criminalite-droit-penal.gnpdetail.2021-0257.html

[5] Si veda il nostro Comunicato stampa: https://famigliemonoparentali.ch/2022/11/17/separazioni-e-violenza-domestica-occorre-fare-di-piu-per-proteggere-i-bambini-e-le-madri/

[6] Per la bibliografia e i dati più recenti, rinviamo allo studio dell’Unité de médecine des violences del Centre Universitaire Romand de Médecine Légale: A. Cattagni Kleiner et N. Romain-Glassey, Perceptions des mères victimes de violence dans le couple quant à l’adéquation des réponses professionnelles et institutionnelles à leurs besoins, 2021.