Fasi di vita monoparentale – Finanze
Fase 1
La sicurezza economica è la questione principale che deve essere regolata con assoluta urgenza.
È importante che il coniuge che ha l’affidamento dei figli si impegni perché vengano definiti gli importi dei primi alimenti (provvisori) in modo da garantire una sicurezza economica per sé e per i propri figli. Per riuscire a definire il contributo di mantenimento può domandare al pretore la protezione dell’unione coniugale (Art. 176 CCS). La convenzione o decisione che ne consegue è essenziale per poter chiedere eventuali altri aiuti come l’anticipo degli alimenti o gli assegni integrativi.
Le prospettive finanziarie della coppia in fase di separazione non sono per niente chiare, questo tende a porre la coppia ulteriormente sulla difensiva e ad inasprire il conflitto.
È importante considerare che lo sdoppiamento di molte voci di spesa (affitto, spese accessorie, spostamenti, cura dei figli ecc.) riduce lo standard di vita di tutti i membri della famiglia. Tale diminuzione diviene un problema soprattutto per quelle famiglie il cui reddito si colloca nella fascia media (con tre o più figli) e medio-bassa: in esse la separazione mette a rischio di povertà uno o entrambi i nuclei.
Le donne si trovano spesso a dovere considerare nuove prospettive di lavoro o di riqualifica professionale per costruire una futura indipendenza economica.
Fase 2
La situazione economica è stata chiarita e funge quindi da punto di partenza, sia che si tratti di alimenti che garantiscano una buona qualità di vita, sia che il contributo risulti insufficiente al fabbisogno della famiglia.
Ai genitori che possono godere di entrate più che sufficienti rimane un surplus finanziario prima dedicato alle spese legali e di riorganizzazione.
Queste risorse possono venire orientate verso il proprio bene e quello dei propri figli: è dunque già possibile in questa fase perseguire nuovi progetti esistenziali.
Se non si è lavoratori dipendenti, con l’entrata in vigore della convenzione di divorzio bisogna assumere i costi dell’AVS.
I genitori che invece devono lottare quasi quotidianamente per garantire il minimo vitale al proprio nucleo familiare si ritrovano spesso esausti, dovendo conciliare le esigenze del lavoro con quelle dei tempi scolastici e il desiderio di offrire un buon ambiente familiare ed educativo ai propri figli.
La capacità di chiedere aiuto e saper tessere relazioni collaborative per la cura dei figli, senza sensi di colpa, può alleggerire il carico fisico e mentale: in questo modo si può ritrovare la fiducia sufficiente per affrontare il futuro con delle prospettive positive.
Fase 3
I figli sono cresciuti e l’indipendenza finanziaria è per lo più realizzata.
Il versamento degli alimenti si è ormai interrotto o è di minore entità.
A seconda della situazione, i costi di formazione dei figli sono elevati e quindi il figlio maggiorenne si trova a dover contrattare con i propri genitori il contributo per gli studi.
Tale eventualità può riaprire vecchie ferite e discussioni su decisioni che in passato non sono state condivise.